mercoledì 15 dicembre 2010
Senza Hitler di Edoardo Erba
CATANIA - Tutto è incentrato su una folle, affascinante, ipotesi: cosa sarebbe successo se, nel 1907, il giovane Adolf Hitler fosse stato ammesso all’Accademia delle Belle Arti invece di, come avvenne nella realtà, essere respinto alle selezioni? Cosa sarebbe diventato l’aspirante pittore se quella voltagli gli fosse stata data la possibilità di iniziare una vita molto diversa da quella che poi lo portò ad essere un feroce criminale e dittatore? Su tale interrogativo, che si è posto l’autore pavese Edoardo Erba, è costruita la commedia in due atti “Senza Hitler”, che ha già ottenuto una Menzione Speciale nell’edizione 2001 del Premio Riccione e pubblicata nella prima raccolta dedicata all’autore Pavese dalla Ubulibri. La pièce è sta messa in scena a Catania, al Teatro Vitaliano Brancati, all’interno dell’odierna stagione di prosa, produzione Teatro della Città, da due interpreti d’eccezione quali Andrea Tidona e Carla Cassola (nella foto di Giuseppe Messina) e con la puntuale e rodata regia di Armando Pugliese.
Lo spettacolo, in un capovolgimento della storia, quella tragica, reale e che ha visto protagonista di stragi immani il dittatore Adolf Hitler, mostra uno scenario ambiguo, oscuro e ricostruisce, sulla scena di Andrea Taddei (un angusto appartamento), la figura di un uomo che nell’immaginario collettivo ha incarnato il male, in una situazione che avrebbe potuto probabilmente vivere se il destino non lo avesse portato a rinunciare alla carriera artistica. Erba nel suo testo ridipinge il mondo, ci parla di un incompreso Mussolini esule in Argentina; di Togliatti al governo dell’Italia dopo il primo sciopero generale e di un Hitler che, rifiutati i suoi quadri in Italia, rientra clandestinamente in patria dove gli viene sequestrato il passaporto.
Accanto ad un sessantenne pittore, incattivito da una carriera deludente, una figura ripiegata sul culto di se stesso, incline all’odio c’è Eva Braun, che si spaccia per sua modella, accetta qualsiasi maltrattamento ed umiliazione pur di stare accanto all’uomo che ama e che immagina e dipinge nelle sue inquietanti tele, stermini e guerre, omicidi e torture e che maledice tutto il mondo e l’umanità che lo circonda.
Anche in questo spettacolo di Erba ritroviamo la consueta ironia che pervade tutti i suoi testi, anche se qui si opta decisamente per un taglio farsesco della rappresentazione che punta sulla caratterizzazione dei personaggi, tranne che per la figura della giovane giornalista che va ad intervistare l’anziano pittore.
Di grande efficacia, sensibilità e forza fisico - espressiva le interpretazioni di Andrea Tidona e Carla Cassola, che ritraggono rispettivamente Hitler e la Braun. Tidona esprime magnificamente la malvagità difficilmente contenibile di Hitler, anche se nei panni di un pittore e Carla Cassola con la sua eterea Eva Braun, sorprende per l’agire fluttuante del suo personaggio che incarna l’estrema libertà. Rigorose, poi, anche la parte del sergente burocrate interpretata da Giovanni Carta e della giovane Anna, resa con naturalezza da Barbara Giordano che veste i panni dell’intervistatrice e che sostiene l’originale trovata del testo di Erba.
La regia di Armando Pugliese rende lo spettacolo estremamente interessante e godibile al pubblico .
Spettacolo ben costruito, che coinvolge, incuriosisce nella sua ipotesi il pubblico che nel finale tributa ad interpreti ed allestimento lunghi e calorosi applausi.Previste repliche sempre al "Brancati" di Catania, dal 4 al 14 marzo.
MAURIZIO GIORDANO
da Cronaca Oggi, quotidiano d'informazione. 2010-02-28
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