mercoledì 15 dicembre 2010
Erba rivitalizza il testo di Durrenmatt
Tutto si potrà dire di Edoardo Erba, comunque più nel nel bene che nel male, salvo che gli manchi la fantasia non solo nell'inventare situazioni che facilmente spaziano dal comico al drammatico, anzi godono nel mischiarli, ma viaggiano tranquillamente tra i secoli, le civiltà, le epoche, i continenti per non dire i generi. Ma se creare è bello, ricreare lo è ancora di più e il nostro, non contento di riscrivere vite umane realmente vissute, rivisita con gran gusto altri autori riadattando pieces, film, o specialmente racconti. E' il caso di Die Panne - ovvero la notte più bella della mia vita - ripreso dal racconto di un altro scrittore che nel dopoguerra ha molto goduto e fatto godere frugando nei secoli o nei giorni della nostra epoca come l'elvetico Friedrich Durrenmatt. E qui ci narra l'avventura di un tale che una sera per un guasto della sua Volvo in una valle montana si rifugia in una villetta dove un quintetto di ex legulei in pensione ha l'abitudine di accogliere gli ospiti ricostruendo insieme dei processi in cui questi ultimi diventano parti in causa. Allora il personaggio del malcapitato Alfredo Traps vitalizzato con humor e passione da Giammarco Tognazzi si sprofonda a narrare con grande partecipazione che deve la sua carriera al'assassinio del proprio principale, seguito dal suicidio della moglie che era la sua amante, e viene condannato a morte dalla corte costituita con molta serietà dai suoi ospiti. A questo punto Durrenmatt prospettava tre diversi finali - esecuzione, suicidio, accordo - nel racconto originale e nelle edizioni radiofoniche e teatrali da lui elaborate, ed Erba si tiene nel mezzo, ma come in un vero giallo è preferibile non tradire il mistero del gustoso spettacolo ricordando ancora almeno le preziose interpretazioni di Lombardo Fornara e Bruno Armando nelle belle scene lignee di Andrea Taddei.
FRANCO QUADRI
da Repubblica Milano, Venerdì 12 Marzo 2010 - pagina XIV
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